mercoledì 1 settembre 2010

Nuovo Romanzo

Sto finalmente ultimando, dopo un lungo periodo di stop, la correzione del mio romanzo Fantasy.
L'ambientazione è molto particolare: un mondo di nome Tarkasta, abitato da razze di ogni tipo, umani, gnomi, elfi, nani, orchi e vampiri. Sono proprio questi ultimi a minacciare la stessa esistenza di Tarkasta e dei suoi abitanti. Riuniti in una setta segreta, l'Ordine del Drago, progettano da secoli il ritorno delle loro divinità, gli Dei Oscuri, i loro padri, primogeniti creatori del male e dell'oscurità.
Pian piano nei prossimi mesi vi terrò aggiornati sugli sviluppi di questo progetto.

martedì 31 agosto 2010

Librerie Boopen

Di seguito il link con l'elenco di una serie di librerie convenzionate con Boopen Editore, dove è quindi possibile acquistare "Il Vampiro e i Media" :

http://www.boopen.it/info/librerie.aspx




venerdì 12 marzo 2010

Racconto "L'Oscuro e ambiguo fascino del male"

Riporto di seguito il racconto con cui ho partecipato al concorso Samhain 2009 indetto da Area 31 (E-Press), classificato 4 ed entrato a far parte dell'antologia "Samhain 2009" edito Ferrara Edizioni.

"L'Oscuro e ambiguo fascino del Male"

Theria rientrò nella sua umile dimora quando ormai il sole era calato.
Nella mano destra stringeva il falcetto mentre con la sinistra sorreggeva un canestro di vimini in cui aveva adagiato le preziose erbe che le mancavano.
Si lisciò i lunghi capelli scuri e tirò un sospiro. Erano settimane ormai che cercava di compiere quel rito e ogni volta qualcosa le impediva di portarlo a termine.
Solo all’ultimo momento si era resa conto che erano necessarie delle radici di fiocco di luna ed era stata costretta ad interrompere l’incantesimo per andare a cercarle nel bosco.
Il fiocco di luna era una pianta molto rara e difficile da trovare, ma lei era una strega con molta esperienza e sapeva dove cercare gli ingredienti necessari per ogni suo filtro.
Appoggiò le mani tremanti sul bordo di legno consumato del tavolo da lavoro. Alambicchi di ogni forma e dimensione erano sparsi qua e là, stracolmi di pozioni colorate e potenti veleni.
Da mesi era attraversata dalla malattia, le rimaneva ancora poco da vivere ma prima avrebbe compiuto quel dannato rito, forse l’ultimo della sua vita mortale, ma il più complesso e difficile. Sarebbe stata ricordata da tutti come la strega più potente, l’unica in grado di sottomettere al suo volere un demone.
Con una mano si spostò una ciocca di capelli dietro le orecchie appuntite.
Il popolo degli elfi era impregnato di magia e da sempre la padroneggiava nel migliore dei modi.
Quando era appena una bambina era stata iniziata agli antichi Misteri e da quel momento non aveva fatto altro che dedicare la sua esistenza allo studio delle arti magiche. Aveva sacrificato tutto per la magia. Non aveva una vita sociale, amici, parenti, amanti, nessuno che le stesse accanto. Viveva da anni nelle profondità del bosco, isolata dai suoi simili, considerata una pazza eremita da tenere alla larga.
Un perfido sorriso apparve sulle labbra scarnite, un tempo rosee e carnose, ora appassite dalla vecchiaia.
Presto sarebbe tutto cambiato. Avrebbe controllato un demone e con il suo potere si sarebbe vendicata su tutti coloro che l’avevano derisa e allontanata. Avrebbe preso il controllo del villaggio e in poco tempo tutto il regno degli Elfi sarebbe stato suo. Forse con l’immenso potere oscuro del demone avrebbe potuto curare anche la sua malattia e divenire immortale. Nessuno l’avrebbe fermata, nemmeno gli Stessi Dei Celestiali, nessuno.
Afferrò le radici di fiocco di luna e si avvicinò ad un grande calderone di rame che ribolliva, emanando fumi poco salutari. Dopo averle gettate nella brodaglia cominciò a girare il tutto con un grosso mestolo di legno di quercia.
Fissava la superficie verdastra della pozione che ribolliva, osservando il suo volto riflesso e deformato dalle bolle d’aria che, giunte in superficie, esplodevano emanando un odore nauseabondo.
Un tempo era stata bella e giovane, forse una delle ragazze più desiderate di tutto il villaggio. Eppure aveva fatto una scelta, aveva deciso di sacrificare ogni cosa in cambio della conoscenza. Rifiutò il giovane Eledril che voleva sposarla ad ogni costo, giurandole amore eterno. A lei non interessava l’amore, lo considerava una cosa futile e nettamente inferiore alla passione che aveva per la magia. Nessun bacio avrebbe mai eguagliato la soddisfazione ottenuta per l’aver eseguito correttamente un potente incantesimo.
I suoi pensieri che vagavano nei ricordi ebbero un breve attimo di titubanza.
E se ciò in cui aveva sempre creduto fosse stato falso? Forse aveva buttato via la sua esistenza, la sua giovinezza, ogni cosa bella della vita per inseguire un sogno fatto di incantesimi e formule magiche che non le avrebbero mai dato la soddisfazione che ormai cercava da più di cento anni.
Cercò immediatamente di allontanare quelle riflessioni. Non voleva minimamente pensare a quelle sciocchezze, aveva un duro lavoro da svolgere.
Quando credeva che ormai la pozione fosse pronta prese un grande recipiente di metallo lucente e cominciò a riempirlo con quella brodaglia verde che aveva preparato, versandola con un mestolo nella sommità dell’ampolla che si andava man mano restringendo.
Una volta finito si mosse verso il centro della stanza e, dopo aver appoggiato il recipiente sul tavolo, cominciò a liberare il pavimento da ogni ingombro.
Arrotolò il tappeto, spostò le sedie agli angoli dell’angusta stanza e lavò la superficie di pietra con uno stracciò, finché non fu lucida e perfettamente pulita. A quel punto si avvicinò al grosso armadio di legno intarsiato che copriva per intero una delle pareti dell’umile casupola e aprì un’anta. All’interno erano ammucchiati decine e decine di libri impolverati che la strega aveva letto e riletto centinaia di volte nella sua lunga vita. Lo sguardo si posò immediatamente su quello riposto in cima ad uno scaffale. Aveva la copertina di pelle nera, lucida nonostante la polvere accumulata, e i bordi rinforzati in ferro.
Theria si mise in punta di piedi e lo afferrò, riuscendo a prenderlo senza farlo cadere. Mise molta attenzione nel compiere quel gesto, poiché quel tomo era di un valore inestimabile e racchiudeva in sé più potere e conoscenza di quanto uno potesse pensare.
Lentamente si avvicinò al leggio posizionato in fondo alla stanza e vi appoggiò il pesante tomo. Cominciò a sfogliare le pagine ingiallite dal tempo fino a quando non trovò ciò che cercava. Diede un rapido sguardo alle frasi scritte nell’antica lingua elfica e un sorriso malvagio comparve sul volto segnato dalle rughe.
Si mosse verso il centro della stanza e dopo aver impugnato l’ampolla cominciò a versare la pozione che aveva preparato sulla superficie levigata del pavimento.
Muovendo magistralmente la mano riuscì a disegnare un pentacolo, mentre il liquido verdastro fuoriusciva a piccole gocce.
Appena il cerchio che circondava il simbolo magico fu chiuso, la strega corse dietro il leggio e cominciò a recitare una cantilena.
Le parole magiche fluivano dalle labbra arcigne dell’elfa e si diffondevano nell’aria, bagnando ogni angolo con il loro potere oscuro.
Il pentacolo cominciò a cambiare colore, divenendo dapprima rosso e poi violaceo, fino ad esplodere in una fiammata vermiglia. All’interno si materializzò un fumo denso e scuro che lentamente cominciò a prendere forma. Come per magia apparve un terribile essere. La pelle, grigia e trasparente, lasciava intravedere vene e arterie pulsanti. Le mani erano lunghe e affusolate e terminavano con unghie scure e affilate come lame. Il corpo nel complesso era muscoloso e tonico ma allo stesso tempo aveva un non so che di malsano e infermo. La cosa che più spaventava era il volto, contorto in una terribile smorfia mista di dolore e rabbia che sfociava in un ghigno diabolico stracolmo di denti affilati e zanne. Gli occhi erano due fuochi incandescenti che fissavano Theria, fino a penetrarla nell’anima. Le orecchie erano piccole, sottili e appuntite. La testa, totalmente calva, era sormontata da un paio di escrescenze ossee simili alle corna di un bovino, ma affilate e letali come delle spade.
«Perché mi hai invocato e mi tieni prigioniero?» la voce dell’essere era cupa e profonda. Provò ad uscire dal cerchio magico ma una forza occulta glielo impedì.
Theria sorrise, soddisfatta. Il pentacolo riusciva a contenere il demone.
«Qual è il tuo nome?» chiese l’elfa in modo imperativo.
«Credi che sia così stolto da dirtelo? Così sarebbe più facile per te soggiogarmi al tuo volere. Liberami subito e avrai salva la vita!» l’essere ruggì e mostrò le fauci.
Un ghigno malvagio si dipinse sul volto della strega.
«Mio caro Azurel, non hai ancora compreso che sei mio schiavo? Ti ho evocato, conosco già il tuo vero nome e sei imprigionato nel pentacolo. Tu eseguirai i miei ordini e il tuo potere sarà mio. Capisci Azurel?»
Sentendosi chiamare nuovamente col suo vero nome il demone andò su tutte le furie e fu percorso da una crisi di violenta ira. Gli occhi sprigionarono fuoco e urla strazianti riecheggiarono in tutta la stanza.
«Non riuscirai ad intimidirmi, ho la situazione sotto controllo.» Theria scorse con lo sguardo le pagine ingiallite del tomo e cominciò a pronunciare antiche formule magiche.
Azurel urlò di dolore e cominciò a contorcersi, crollando a terra.
«Ora hai compreso chi è che comanda?» la strega interruppe la litania.
«Si mia Signora. Sono al tuo servizio.» la voce dell’essere si fece improvvisamente servile e docile.
«Cosa posso fare per esaudire i tuoi desideri?»
Theria rimase in silenzio, riflettendo su come avrebbe dovuto agire. In realtà non aveva ancora un piano ben preciso in mente. Non aveva pianificato nulla oltre all’evocazione ed ora si trovava in difficoltà. Ad un tratto il sorriso comparve sulle sue labbra.
«Voglio che il mio aspetto torni ad essere quello di una giovane nel fiore della sua bellezza.»
Azurel chiuse gli occhi e avvicinò i palmi delle mani. In un istante il suo immenso potere sfociò dal suo corpo e avvolse la strega in una nebbiolina azzurra.
Theria si sentì percorsa da una nuova vitalità. Corse verso lo specchio e rimase di stucco mentre osservava la sua splendida immagine riflessa. Era tornata giovane. Le rughe e le pieghe della pelle erano sparite. I capelli avevano assunto una nuova robustezza e lucentezza. Le labbra erano carnose e i seni prosperosi.
La strega scoppiò a ridere, colma di gioia.
«Sei magnifica mia Signora. L’essere più bello che abbia mai visto in ogni dimensione. La tua pelle sembra prezioso avorio e le tue forme farebbero sognare ogni maschio del pianeta.» Azurel continuava a lodare la sua nuova padrona.
«Ora dimmi, Azurel, cosa devo fare per riuscire a dominare il Regno degli elfi?» la strega si avvicinò al pentacolo, stando attenta a non sfiorarlo.
«La domanda che mi poni è molto complessa mia Signora. Potresti far uccidere il Re e impadronirti del suo trono con la forza. Basterebbe così poco, con me al tuo fianco.» un sorriso lascivo comparve sul volto del demone.
«E come ci riusciresti? Il Re è ben protetto all’interno del suo castello, circondato da guerrieri e potenti maghi.» la strega si lasciò trasportare da quella allettante provocazione.
«Certo, nelle condizioni in cui mi trovo ora sarebbe molto difficile. Ma se tu mi liberassi potrei spazzare via l’intero castello reale con un soffio. Evocherei al mio fianco una legione di demoni, tutti al tuo servizio, mia Signora, e con loro ai tuoi ordini diventeresti in breve l’essere più potente.»
Theria cambiò espressione.
«Tu credi che io possa cadere in un così mediocre tranello? Ricorda che finché sarò in vita tu non metterai piede fuori da quel pentacolo.»
Azurel scoppiò a ridere e l’espressione servile che aveva avuto fino a quel momento scomparve nel nulla, lasciando spazio ad uno sguardo colmo di rabbia.
«Non giocare con il fuoco, stupida mortale! Chi credi di essere per poter comandare Azurel, Demone Maggiore dell’Oscurità! Prima o poi troverò un modo per rompere il sigillo e quando riuscirò ad uscire brinderò col tuo sangue mentre pasteggerò le tue morbide carni.»
«Taci!» urlò Theria.
Il demone rimase in silenzio, poi riprese a parlare ma con un tono lento e ammaliante.
«Perché racchiudi in te tutta questa rabbia? Cosa c’è che non va? Sei una potente strega, padroneggi la magia in modo egregio, perché non sei felice? Ah, aspetta, forse lo so … Forse sei immensamente piena di angoscia perché da sempre non hai una vita sociale. Non hai contatti con i tuoi simili, non hai amici, né parenti, tantomeno un amante. Sai almeno cosa è l’amore? Non credo. Sei addirittura incapace di provare affetto per una persona, sei senza sentimenti. L’unica cosa che riesci a provare è rabbia e ciò che ti guida è la vendetta. Vuoi eliminare tutti gli elfi solamente perché non ti hanno mai degnato di uno sguardo? Ti rendi conto che essere spregevole che sei?» il lungo monologo del demone rimase sospeso nell’aria, pesante come un macigno.
«Come puoi parlare di amore, tu, un Demone al servizio dell’Oscurità. Io, certo, non saprò cosa è l’amore ma tu sei tale e quale a me. Pertanto smettila di provare a conquistare la mia fiducia con stupidi inganni. So bene quanto sei pericoloso, e proprio per questo motivo ho preso le giuste precauzioni!» la strega indicò il pentacolo magico con aria soddisfatta.
In quel mentre un piccolo scarafaggio uscì da dietro il polveroso armadio. Con le sue minute e corte zampette scure attraversò velocemente la stanza, diretto verso una crepa nel muro nella parete opposta.
Spesso è paradossale pensare come nella vita l’essere più piccolo e insignificante possa avere un’importanza cruciale per il susseguirsi degli eventi. E così fu.
L’insetto attraversò il pentacolo.
Quando Theria si accorse di quel piccolo animale era ormai troppo tardi.
La figura di Azurel scomparve in una nebbia scintillante, lasciando il vuoto all’interno del cerchio magico.
Lo scarafaggio, come attraversato da nuova vitalità, corse sul pavimento, avvicinandosi alla strega.
Theria venne avvolta da un’essenza simile al fumo e sentì qualcosa scivolare dentro di sé. Cominciò a tremare e crollò a terra. Sentiva il suo corpo cambiare, contorcersi, mentre lentamente ogni cosa che aveva intorno sembrava divenire immensa. Le pareti, l’armadio, ogni oggetto, aumentarono le proprie dimensioni e in un attimo lei si sentì terribilmente piccola e indifesa.
Provò a muoversi e una strana sensazione la attraversò da capo a piedi. Era come se si fosse trovata in un altro corpo.
Provò a correre al riparo, in un angolo, muovendo velocemente i propri arti. I passi che faceva sembravano centuplicati rispetto al normale, come se avesse avuto quattro paia di gambe.
Prese troppa velocità e andò a sbattere contro il muro, capovolgendosi. Rimase sdraiata a terra con le zampe in aria e il ventre piatto e lucido in bella mostra.
Cominciò a muovere rapidamente le zampette pelose e proprio in quel momento comprese ciò che era diventata.
Azurel fece un lungo respiro, cercando di adattarsi al nuovo corpo che aveva posseduto. Era ricapitato di entrare nel corpo di un umano o di un elfo, ma mai in quello di un essere femminile. Si trovò spaesato per qualche attimo.
Un ghigno comparve sulle sue nuove labbra carnose. Aveva ottenuto la libertà e ora nessuno lo avrebbe potuto fermare.
Scoppiò a ridere.
Per prima cosa cancellò con il piede il pentacolo che fino a pochi attimi prima era stato la sua prigione.
Un attimo dopo si guardò intorno, alla ricerca del piccolo insetto che lo aveva aiutato ad essere libero.
Lo vide.
Indifeso, si era capovolto a pancia all’aria e cercava di muovere velocemente le zampe per ritrovare l’equilibrio.
Azurel si avvicinò.
«Stupida strega. Avresti dovuto sapere che è troppo pericoloso tentare di imprigionare un demone! Non ti preoccupare, farò buon uso del tuo nuovo corpo ringiovanito!» alzò lentamente il piede e con un colpo secco schiacciò Theria imprigionata nel corpo dello scarafaggio.
Una perfida risata risuonò nell’umile casa dell’elfa un tempo
conosciuta come Theria la strega.

mercoledì 13 gennaio 2010

Articolo-Intervista su Fantasy Magazine

E' uscito stamani su Fantasy Magazine l'articolo/intervista sul "Il Vampiro e i Media".

Ringrazio di cuore la redazione e lo staff di Fantasy Magazine per lo spazio che mi hanno dedicato.

Riporto il link dell'intervista:

http://www.fantasymagazine.it/notizie/11597/il-vampiro-e-i-media/

domenica 1 giugno 2008

Recensione su "Libri e Scrittori"

Ringrazio lo staff di www.libriescrittori.com per aver pubblicato la recensione del mio saggio "Il Vampiro e i Media".

di seguito il link :

http://www.libriescrittori.com/libri/il-vampiro-e-i-media-di-marco-tonetti/


a presto !

lunedì 28 aprile 2008

Recensione su www.nondiremailibri.com

"Il Vampiro e i Media" approda su www.nondiremailibri.com

grazie allo staff che si è dimostrato disponibilissimo.

di seguito il link:

http://www.nondiremailibri.com/romanzi-contemporanei/il-vampiro-e-i-media-di-marco-tonetti/

lunedì 21 aprile 2008

Intervista su www.viterbolive.it

E' stata pubblicata su www.viterbolive.it la mia intervista, scritta da M.C. Calabrese, a cui va il mio ringraziamento. Un grazie anche a tutto lo staff di Viterbolive.

Ecco il link http://www.viterbolive.it/news/2008/04/19/intervista-marco-tonetti/